Giro d’Italia 2021, Giulio Ciccone: “Se continuo così penso di meritarmi una Top5, ma per adesso vivo alla giornata”
Giulio Ciccone pronto ad una settimana fondamentale del Giro d’Italia 2021. Arrivato alla Corsa Rosa con la voglia di divertirsi e ritrovarsi dopo un anno difficile, il portacolori della Trek – Segafredo è apparso come uno dei più pimpanti in queste prime dieci tappe, tanto da essere ora in quarta posizione in classifica generale, in piena lotta per il podio, ma non solo. Una partenza aggressiva la sua, tanto da essersi reso protagonista anche di alcune azioni che difficilmente vedono coinvolti gli uomini di classifica, nelle quali ha confermato una ottima gamba e che non hanno pesato nell’economia complessiva. Ora tuttavia c’è giustamente maggiore prudenza nel suo modo di correre, come evidenziato a Campo Felice, ma anche nel suo pensiero.
“Finora è stato un inizio di giro interessante per me e per la squadra – ha commentato durante il giorno di riposo – Abbiamo avuto giornate difficili, caratterizzate dal meteo che non è stato clemente, però siamo arrivati al primo giorno di riposo con buone sensazioni e buoni risultati. È stato un Giro imprevedibile sino a questo momento, mai scontato in nessun arrivo. Quindi penso anche spettacolare per il pubblico che ha assistito alle tappe, ma anche duro perché abbiamo fatto diverse tappe difficili, tra cui Campo Felice sullo sterrato, che è stata una buona tappa per me. Mi ha dato la consapevolezza delle mie sensazioni e della mia condizione”.
Ovviamente “molto soddisfatto di questa prima parte di Giro“, il classe 1994 sottolinea come “sinora ho sempre avuto buone sensazioni in tutti gli arrivi in salita”, ma non vuole ancora cambiare il suo approccio mentale alla Corsa Rosa, preferendo aspettare almeno la fine di questa settimana per tracciare un bilancio ed eventualmente ragionare diversamente. “Personalmente, per darmi un giudizio e capire come gestire il Giro aspetto la tappa dello Zoncolan. Da quel momento posso capire la situazione e dove posso andare, in che direzione”, precisa senza ovviamente dimenticare anche l’importanza della tappa odierna, “una giornata molto particolare” che “può condizionare tanto in un grande giro”, con la sua dose di imprevedibilità.
“Sicuramente ci saranno delle insidie – precisa – Può esser una delle giornate che ti può far sorridere, ma anche togliere quanto di buono hai fatto sinora”. Anche per questo spiega di voler continuare a “vivere alla giornata“: “Inteso come quello che c’è da fare giorno per giorno, focalizzandomi su quello. Ogni tappa ha un suo momento e punto cruciale. In base al tipo di tappa decidiamo insieme alla squadra cosa c’è da fare. Anche in pianura sappiamo che dobbiamo stare davanti ed evitare di prendere buchi all’arrivo e mi concentro su quello. Su una tappa di montagna come Campo Felice sapevo che dovevo sprecare meno possibile tutto il giorno e poi essere protagonista alla fine. Mi concentro sull’obiettivo di giornata ogni giorno, senza andare oltre con il pensiero. Altrimenti diventerebbe un po’ più difficile”.
Ma ovviamente, già adesso si nota la differenza con quello che era il suo approccio iniziale. Allo spirito più garibaldino con cui si era presentato è subentrata la prudenza di chi sa di non potersi permettere determinate azioni, ma soprattutto sa che alla portata c’è un risultato molto più grande. “Avevo in mente di arrivare con una condizione buona per potermi divertire, andare in fuga, attaccare nelle tappe in cui potevo far bene e fare la differenza – aveva infatti detto in precedenza, riferendosi alla sua mentalità iniziale – Per me questo significa essere presente ovunque, correre non sulle ruote, ma divertirmi”.
Non che adesso non si diverta, ovviamente, ma è un divertimento diverso. Più ragionato e più focalizzato. “Adesso sono lì, per come sono andato penso che mi meriterei un posto nei primi cinque. Poi vediamo, è difficile fare una previsione, ma se dovessi dare un giudizio adesso penso che lo meriterei un posto nei cinque – commenta lasciandosi andare, dopo aver comunque ricordato di non avere troppo peso sulle spalle – Non ho pressioni perché so e sappiamo con la squadra che sono arrivato al Giro con altri obiettivi. Quindi tutto quello arrivato sinora è non dico un di più, però qualcosa di nuovo che stiamo vivendo e che comunque vada, positivo o negativo, non sarà un problema per me o per la squadra. La stiamo vivendo con serenità, alla giornata, perché finché riusciamo a star lì è un vantaggio, ma se qualcosa dovesse andare storto non succede niente”.
Ovviamente, idee abbastanza chiare su chi è l’uomo di riferimento: “Campo Felice ha scoperto un po’ le carte, e non solo visto che sono state dieci tappe non facili e non scontate. Egan Bernal era ed è il corridore che in questa parte di Giro va di più e lo ha dimostrato. Quando a Campo Felice ha fatto la sua azione ci ha lasciato tutti lì. È lui l’uomo da battere, secondo me, però il Giro è ancora lungo. Devono ancora arrivare le salite lunghe e tanti giorni duri di fila, in cui può cambiare qualcosa”.
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